Mostra “di Terra, di Acqua, di Cielo – I palù del Quartier del Piave ed altre zone umide in Veneto” dal 27/01 al 26/05

Dal 27 gennaio al 26 maggio 2024 al CEA MEP di Fontigo

L’importante argomento della conservazione delle aree ricche di biodiversità che si trovano in Veneto è sempre stato a cuore ad Andrea Zanzotto e verrà approfondito all’interno della mostra “di Terra, di Acqua, di Cielo – I Palù del Quartier del Piave ed altre zone umide in Veneto”, che sarà inaugurata sabato 27 gennaio alle ore 16 nella sede del CEA MEP (piazza del Popolo, 1 a Fontigo) e rimarrà visitabile fino al 26 maggio 2024.

La mostra tratterà di lagune, stagni, torbiere, marcite, grandi aree golenali, le golene fluviali, la Laguna di Venezia, l’area del Sile, Le Cave di Malamocco, Il Bosco delle Lame, gli Stagni di Campocroce, Le Cave di Marocco e l’ Oasi Lycaena con uno speciale Focus sui Palù, area di frequentazione e oggetto di ispirazione per il poeta pievigino.

«La mostra è stata ideata dal Comitato di gestione del CEA-MEP, in collaborazione con il Comune di Sernaglia, proprio per sottolineare l’importanza della biodiversità contenuta in questi ameni luoghi situati ai piedi delle colline riconosciute patrimonio Unescospiega Eleonora Antoniazzi, assessore alla Cultura -. Di grande rilevanza la presenza nel percorso espositivo di testi poetici e un piatto realizzato da Cotto Veneto, autografato da Andrea Zanzotto, con i suoi versi dedicati ai Palù».

Per dare la possibilità di approfondire l’argomento tutti i visitatori riceveranno, in omaggio, la piantina dei Palù con evidenziati i percorsi ecologici, da fare a piedi, a cavallo o mountain bike, che il Comune ha segnalato in collaborazione con la Regione Veneto e con il GAL 4. Sarà inoltre possibile prenotare la visita all’Abbazia di Santa Bona di Vidor, già sede dei monaci Benedettini che hanno provveduto alla bonifica dei Palù e che sarà aperta al pubblico per il periodo della mostra.

«È una mostra di grande valore sotto tanti punti di vistaafferma il sindaco Mirco Villanova -. Sicuramente lo è perché valorizza un’area del nostro territorio che è un tesoro naturalistico, storico e paesaggistico. Inoltre ricorda i luoghi amati dal poeta Andrea Zanzotto, altro tesoro della nostra comunità. Infine lo è anche perché frutto di una sinergia tra più parti: è stata realizzata con il contributo del comune di Mogliano Veneto, Cimadolmo e l’Abbazia di Vidor. L’Amministrazione che guido ha sempre ritenuto fondamentale la collaborazione fra Comuni, quale strumento imprescindibile per ottenere risultati importanti, capaci di valorizzare anche le proprie eccellenze».

Il toponimo Palù richiama l’antica presenza di una zona paludosa che copre un’area di circa 1000 ettari compresa tra i comuni di Sernaglia, Moriago, Vidor e Farra di Soligo caratterizzata da una zona argillosa altimetricamente più bassa rispetto alle zone circostanti, questo crea una tendenza al ristagno di acque che vanno poi ad alimentare le falde freatiche in particolare quella che alimenta più a valle le risorgive delle Fontane Bianche.

Il paesaggio costituito da una maglia di prati umidi, con fossati e piante perimetrali ha un aspetto storico naturalistico unico nel suo genere in Italia. In Europa esistono delle realtà paragonabili in alcune zone della Francia dove sono presenti i cosiddetti “bocages”.

L’area interessata era già frequentata nell’età del bronzo, vi sono ancora degli evidenti resti di un castelliere, e in epoca Romana si sono verificati i primi interventi di assetto idraulico che poi si sono concretizzati con la bonifica che iniziò intorno al 1200 per opera dei frati benedettini della vicina abbazia di S. Bona di Vidor che trasformarono gli acquitrini in appezzamenti a prato, delimitati da fossi e da siepi perimetrali a frangivento. Una sistemazione che permise l’utilizzo dell’area per la produzione di foraggio, legname e legna da ardere.

I Palù rappresentano una delle zone a campi chiusi meglio conservate in Veneto e nel Nord-Italia. Questo assetto è ancora ben visibile nelle zone più interne, dove gli appezzamenti sono ancora coltivati a prato stabile. Nei prati umidi si osservano stupende fioriture primaverili di orchidee e di Iris sibirica; nelle siepi e nelle macchie boscose si ammirano numerosi esemplari di farnia, la quercia autoctona tipica dell’antica foresta planiziale. L’avifauna è presente con specie rare, quali il tarabuso e il falco pellegrino.

L’approfondimento delle caratteristiche delle aree golenali è stato realizzato in collaborazione con il Comitato a difesa delle ex cave di Marocco di Mogliano Veneto.

La mostra sarà visitabile tutti i sabato pomeriggio dalle ore 15 alle 18, le domeniche dalle ore 10 alle 12 e dalle 15 alle 18, oppure su prenotazione. Per info e prenotazioni segreteria@comune.sernaglia.tv.it tel. 0438 965333.

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