Treviso. Opendream inaugura la mostra che riscopre l’individualità

NON C’È + NESSUN VIRGILIO A GUIDARCI NELL’INFERNO

In occasione delle celebrazioni del sommo poeta, dal 26 ottobre al 5 dicembre Opendream propone, attraverso il potente dispositivo dell’arte contemporanea, un progetto che prende spunto dalla sua immensa metafora e tenta di ridefinirne la percezione comune del nostro stare al mondo.

Taglio del nastro martedì 26 ottobre, ore 18:00.

A 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, lo spazio Opendream di Treviso propone un viaggio esperienziale nell’arte contemporanea.

Saranno gli scenografici spazi riqualificati delle Ex Ceramiche Pagnossin – ora di proprietà dell’imprenditore Damaso Zanardo – a ospitare, dal 26 ottobre al 5 dicembre, l’esposizione NON C’È + NESSUN VIRGILIO A GUIDARCI NELL’INFERNO, progetto corale ideato da Martina Cavallarin, che ne cura gli aspetti assieme al co-curatore Antonio Caruso, e che verrà ufficialmente inaugurato martedì 26 ottobre alle ore 18:00.

L’evento, patrocinato dalla Città di Treviso, coinvolge 14 artisti attivi in diverse discipline dell’arte contemporanea e propone un percorso individuale, dell’artista come dello spettatore, che viene richiamato da una curiosità e nell’inciampo con l’opera d’arte deve cercarsi e ritrovarsi.

Opendream, promotore dell’iniziativa con la propria sezione Art, si è rivelato essere il contenitore più adatto per ospitare questo viaggio nella contemporaneità: un ex luogo di lavoro ora rigenerato e diventato spazio pubblico polifunzionale, in cui idee e progetti, produzione e creatività trovano una vetrina internazionale.

La mostra

NON C’È + NESSUN VIRGILIO A GUIDARCI NELL’INFERNO prende il titolo da una scritta a spray sul muro di una casa popolare nel sestiere veneziano di Cannaregio. E tale proposizione meglio incarna il senso di questa iniziativa, ossia la metafora dantesca che invita a entrare e a transitare alla ricerca di una guida che in realtà non c’è. Lo scopo del progetto è quello di ridefinire la percezione comune dello stare al mondo, ricalibrando gli equilibri tra i diversi attori in gioco, stimolando il visitatore attraverso la partecipazione attiva alla mostra e proponendo pratiche multiformi dell’arte contemporanea.

Sono 5 i Passi da fare, esaltando l’individualità dell’artista che mette la sua opera in un contesto comune ma anche quella dello spettatore che prova a ritrovarsi nelle creazioni. Il visitatore si accorge che il presente è formato da mancanza di certezze e di guide ma scopre che attraverso il percorso multidisciplinare può ottenere gli strumenti per reagire.

Il percorso espositivo

Gli artisti, invitati a creare un’architettura ulteriore rispetto al piano curatoriale, lavorano tra griglie orizzontali e verticali confrontandosi ed esprimendosi mediante pittura, scultura, fotografia, installazione e azione, per un’esperienza pluridisciplinare, vero nutrimento atto a donarci gli strumenti di reazione a questo tempo sospeso: analisi, adattamento all’ambiente, abbandono delle certezze, partecipazione collettiva di organismi singoli, crescita nelle differenze, predisposizione allo stupore.

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