Sopra le terre del Prosecco

Itinerari di Cesare Biadene


Ecco una piacevole escursione a quota relativamente bassa, adatta all’inverno o all’inizio della primavera, che presenta percorsi facili e terreno ben praticabile. Partiamo dal parcheggio centrale di Guia, frazione di Valdobbiadene, a poco più di 300 metri slm, circondati da fitti vigneti e da aziende agricole produttrici di prosecco.

Questo già ci mette di buon umore mentre risaliamo il paese in direzione di Borgo Val, dove inizia il bosco di Madean. Attraversato il borgo, continuiamo sempre dritti su per l’amena valletta, con passo regolare su comoda stradella cementata, tra una vegetazione a foglie caduche.

Lungo il percorso due icone, una lapide per un partigiano, infine un capitello che si trova quasi alla fine di questo tratto: continuiamo senza deviare finché arriviamo ad uno spiazzo, dove compare il numero 1015. A questo punto abbiamo fatto trecento metri di salita e ci troviamo in località Caldane. Seguendo il segnale, dopo qualche minuto di salita sul fondo della Val del Pavaron, il sentiero svolta e si inerpica sulla costa.

Dire che si inerpica non è esatto, perché descrive geometrici tornanti mentre il bosco, specie in autunno-inverno, presenta colori rugginosi e i massi dalle forme bizzarre danno all’ambiente un’aura da streghe, nel silenzio assoluto. La salita è proprio un piacere per le gambe. Dopo gli 800 metri si deve deviare a sinistra per evitare un grande faggio caduto, e più in alto l’itinerario rimane in quota sulla costa Rabosa, incrociando alla fine una strada di servizio incementata. Seguiamo questa verso sinistra, passiamo sotto una casa con un grande albero, camminiamo sul cemento fino ad una deviazione a destra, poco visibile ma segnata dalla freccia 1015. Adesso siamo su una vecchia strada forestale dismessa, che con scarsa pendenza ci fa superare un manufatto di cemento per l’acqua; all’ultimo tornante a destra, su un albero vediamo, pur vicina al solito segno bianco rosso, una freccia che indica di andare giù a sinistra. Se saliamo ancora, finalmente a quota circa 1100 la strada sbuca sui prati, dove, in caso di bella giornata, si apre un vasto panorama. Fin qui, circa 800 metri di dislivello. Superata una piccola casera, potremmo salire verso la strada transitabile che va da Pianezze al Posa Puner, e attraversata quest’ultima potremmo ancora raggiungere cas. Zimion e infine Malga Mariech, sul crinale a quota 1526. Però questa variante, riservata ai più allenati, non fa parte del nostro giro. Al massimo, se splende il sole, possiamo fare una riposante pausa sull’erba, ma poi dobbiamo ritornare indietro per qualche minuto, fino alla suddetta freccia, dove, con breve discesa imbocchiamo una magnifica e comoda strada forestale (1013) che rimane in quota e permette di avere sempre una bella vista sui colli e la pianura. Oltrepassiamo una fresca fonte di acqua che sgorga da una grottina, e in mezz’ora arriviamo al Pian de Farnè (a 908 metri), luogo noto e frequentato fin dai tempi delle antiche fienagioni, dove è situata un’area picnic con tavoli e panche di fronte ad un laghetto, presso una cappella dedicata a S. Maurizio. Per il ritorno bisogna far attenzione al percorso, non ben segnalato. Certamente è indispensabile portarsi – e saper interpretare – una carta in scala 30 o 25 mila.

Dall’area attrezzata bisogna andare in costa in direzione Est (in teoria sent. 1015) verso i pascoli e le prime casere, poi scendere sul prato individuando la traccia di una mulattiera che dopo 100 metri si addentra a destra tra gli alberi.
Subito ad un bivio c’è un segno biancorosso per cui bisogna volgere ad angolo acuto a sinistra, e proseguire poi per 200 metri sulla larga mulattiera, fino a che si scorge, dopo un altro segno su un palo dell’elettricità, un sentiero cinque metri più in basso.

Lo si prende per scendere verso sinistra e in pochi minuti si arriva alle casere Carpanè. Con una più larga e rilassante strada forestale si passa proprio sotto le casere; si seguono tutti i tornanti nel bosco ricco di castagni e si attraversa un interessante miniborgo diroccato; così si ritorna alla strada cementata iniziale, all’altezza del capitello. La gita, dato che si svolge prevalentemente nei boschi, – e in luoghi solitari e silenziosi, a parte il Pian de Farnè raggiungibile in auto – si può fare anche nella stagione calda. In questo caso si raccomanda di mettere nel sacco un prosecco fresco per rimanere in sintonia con l’ambiente!

Articolo tratto da www.marcaaperta.it

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