Revine e Tarzo, i laghi della porta accanto con il bollino blu

Bandiera blu e niente pesticidi
nei laghetti della porta accanto

Revine e Tarzo ottengono la balneabilità degli specchi d’acqua e puntano a 25 mila presenze
provenienti dal nord Europa. Aprono nuovi Bed and Breakfast e i negozianti vanno a scuola d’inglese

Quindicimila visitatori l’anno, ma con la prospettiva di portarne presto 25 mila grazie a una intensa campagna di marketing all’estero: i laghi di Revine e Tarzo, appena ricevuto il bollino blu della balneabilità e dichiarata la lotta ai pesticidi nei vigneti, puntano al lancio del turismo lacustre anche nella Marca.

I laghi di Revine e di Tarzo sono quasi più conosciuti (ed apprezzati) all’estero,  nei Paesi Bassi e in Germania, che in Veneto o in Italia. Lo certificano i numeri. Fino a 3 anni fa Tarzo e Revine non riuscivano ad andare oltre le 1500 presenze turistiche. Quest’anno Tarzo le moltiplicherà fino a 15 mila. La quota di Revine non è ancora nota ma i sindaci Gianangelo Bof e Michela Coan ritengono di poter arrivare entro un biennio di ulteriore promozione nel Nord Europa a quota 25-28 mila, forse addirittura toccare le 30 mila presenze. Il Parco archeologico del Livelet cuba da solo 15 mila visitatori, alcuni di loro si fermano più giorni. Ed il Cadelach propone opportunità di turismo naturalistico – dai cavalli alla fattoria – che trovano sempre maggiori consensi. I laghi sono in compartecipazione fra i due Comuni che, entro l’autunno, realizzeranno insieme anche il ponte sull’istmo tra i bacini di Santa Maria e di Lago. E’ di un mese fa il riconoscimento della bandiera blu per l’acqua perfettamente balneabile. Ecco, dunque, che i due campeggi, specie quello nuovo sulle sponde di Tarzo, si stanno riempiendo di appassionati olandesi, tedeschi, e provenienti dai Paesi dell’Est. Così i B&B. «Assieme alla Pro Loco Lagolando abbiamo sistemato la spiaggetta, con il taglio regolare dell’erba, la pulizia dei bagni, le attrezzature e i mosconi da noleggio», raccontano Germano Nardin e Donatella Parpagiola, che gestiscono un B&B sulle sponde di Lago. E il risultato si vede. «In tre anni abbiamo speso 12 mila euro in campagne promozionali nei Paesi Bassi – dice il sindaco Bof – ed il risultato è stato straordinario». Le presenze si sono moltiplicate del 150 per cento. E’ per questo motivo che anche il sindaco di Revine ha deciso di affacciarsi sulla nicchia del turismo lacustre partecipando alle prossime fiere in Olanda. «I riscontri li abbiamo anche dalle domande di apertura di nuovi B&B, dal momento che quelli che ci sono spesso raggiungono il tutto esaurito» fa sapere il vicesindaco di Revine, Doris Carlet. Una volta consolidato il flusso arancione, verranno presi di mira altri Paesi. I gelatai della Vallata, che operano in Germania e nel resto d’Europa, si sono caricati di migliaia di volantini che distribuiscono ai loro clienti. Accade, così, che spesso arrivino a Tarzo o Revine appassionati dei laghi con il depliant della Vallata. «Nei prossimi mesi – annuncia Bof – organizzeremo corsi di formazione all’accoglienza per i nostri ristoratori, gli albergatori o gli affittacamere, ma anche per i baristi, gli addetti ai negozi e ai supermercati in particolare, affinchè imparino quanto meno il vocabolario più comune da sfogliare con la nuova clientela». Oggi, infatti, capita che nel supermercato entri l’olandese a fare compere ed i commessi non sappiano rispondere. Lo stesso imbarazzo si prova nei bar, nei negozi. Tarzo e Revine, dunque, provano a darsi un futuro diverso, alternativo ad un presente che zoppica.

Le 500 firme raccolte nei mesi scorsi a Revine piantano un no rotondo sulle campagne che potrebbero diventare fazzoletti di prosecco. Finora c’è un solo vigneto nuovo, ma la straordinarietà ambientale della valle induce numerosi investitori a tentare l’impossibile. «E’ vero che il bosco sta scendendo rapidamente dalla montagna, catturando i ritagli di pascolo abbandonati – fotografa Giorgio Della Colletta, ex sindaco -. Peggio ancora accade sulle rive dei laghi; di fronte a casa mia sale un muro di vegetazione ibrida nei terreni un tempo coltivati, oggi non più. Ma l’alternativa non è il prosecco. Dev’essere necessariamente  qualcos’altro che non è stato ancora ben individuato». Questa diversità può chiamarsi  turismo  lacustre? «Sì, purchè diventi economicamente significativo. E il presupposto dev’essere un cambio di mentalità». Intanto l’amministrazione comunale di Revine è al lavoro sul fronte del Piano degli Interventi, che attraverso una specificazione del Piano di assetto del territorio intercomunale (Pati) andrà ad individuare e ad indicare delle zone in cui non è prevista l’agricoltura intensiva. Come dire, in altre parole, che i pesticidi saranno banditi dalla Vallata. «Abbiamo allo studio un regolamento che porteremo all’approvazione del consiglio comunale di settembre» conferma il vicesindaco Carlet, ribadendo ancora una volta che Revine sarà un comune green. «Noi vogliamo fissare regole rigorose di tutela attraverso il regolamento di polizia rurale: forse non arriveremo a bandire totalmente i pesticidi perché ci sono molti orti, stabiliremo però paletti normativi molto severi» ha precisato il sindaco Coan. Il suo collega Bof auspica che questa sia la prospettiva di tutta la Vallata e racconta di un produttore di Prosecco che sulle colline di Tarzo produce solo bio, da esportare in quei paesi nordici che lo preferiscono alle altre bevande.

Articolo di Francesco Dal Mas del 21.08.2016 per www.tribunatreviso.it

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