Ippovie delle Prealpi Trevigiane e Bellunesi

Ippovie delle Prealpi Trevigiane e Bellunesi…
a cavallo tra storia, gusto e natura nell’Alta Marca Trevigiana

Questo mirabile territorio che collega la catena delle Prealpi con la laguna di Venezia esibisce una pregevole varietà di paesaggi e memorie di storia veneta. Tra le meraviglie della Marca Trevigiana, le ‘vecchie’ città storiche come Treviso, Conegliano, Vittorio Veneto e Castelfranco, le stupende ville venete palladiane e settecentesche, le suggestive cittadelle murate, i castelli e i capolavori di grandi artisti come Giorgione, Tiziano, Cima da Conegliano e Canova. E ancora, i paesaggi collinari disegnati dai ‘piccoli’ filari di ‘grandi’ vini, i folti boschi del Montello, la Piana del Cansiglio e le rive del fiume Piave o del lungo Sile.

La Provincia di Treviso ha dedicato un’azione alla valorizzazione di un circuito di Ippovie, con l’obiettivo di promuovere un turismo diverso, sostenibile e focalizzato sullo sviluppo delle attività rurali in un territorio che, dal punto di vista naturalistico, conserva ancora oggi il fascino di tratti d’altri tempi. Da qui nasce il progetto delle Ippovie delle Prealpi Trevigiane e Bellunesi: un itinerario situato in uno scenario unico attraverso i comuni di Segusino, Valdobbiadene, Miane, Follina, Cison di Valmarino, Revine Lago, Vittorio Veneto, Fregona e Cappella Maggiore, costeggiando le anse del Fiume Piave e inerpicandosi lungo stradine che attraversano piccole frazioni abitate che sembrano rimaste immutate nel tempo, fino a raggiungere le sommità delle Prealpi dove si apre un panorama che spazia  oltre la laguna veneta e verso le alte vette delle Dolomiti.

Il percorso si snoda per una lunghezza di circa 266 km lungo una serie di anelli e varianti che offrono al cavaliere varie possibilità escursionistiche, in base al  tempo a disposizione e alle difficoltà della percorrenza. Lungo il percorso, la tradizione enogastronomica e vitivinicola  dell’Alta Marca Trevigiana offre ai turisti occasioni per un ristoro tra sapori, profumi e colori della terra e della cucina trevigiana.


Un indimenticabile viaggio emozionale
alla scoperta di orizzonti, profumi, suoni e sapori
da una visuale diversa: in sella ad un cavallo.

Immerse nella natura

Le Ippovie hanno una valenza naturalistica di notevole livello. Tra Valdobbiadene e Serravalle si trova la Dorsale Prealpina caratterizzata da un ricco ambiente diversificato. All’interno di questo esteso ambito prealpino si rilevano dei siti di interesse comunitario di notevole peculiarità ambientale, quali il Gruppo del Visentin con le sue sorprendenti panoramiche nella zona di Vittorio Veneto, il Passo San Boldo nell’area di Cison di Valmarino e il Monte Cesen nella zona tra Segusino e Miane, percorso da numerose strade strerrate, sentieri e tratturi.

Quando andare a cavallo

Il periodo ideale per andare a cavallo lungo le Ippovie delle Prealpi Trevigiane e Bellunesi parte dalla tarda primavera e arriva fino all’inizio dell’autunno, quando le temperature sono miti ed il terreno è più asciutto. I tracciati in collina o a fondo valle sono comunque percorribili anche nel periodo invernale, salvo che la stagione non sia particolarmente piovosa. Si consiglia, in ogni caso, di fare attenzione alle previsioni meteo per poter programmare al meglio la propria vacanza.

Il territorio delle Ippovie

I percorsi delle Ippovie si snodano attraverso paesaggi incantevoli e suggestivi ed interessano i comuni della Pedemontana Trevigiana partendo da Segusino, Valdobbiadene, Miane, Follina, Cison di Valmarino, Revine Lago, Vittorio Veneto, Fregona fino a Cappella Maggiore.
La conformazione morfologica del territorio è rappresentata da una catena montuosa a nord (le Prealpi Trevigiane), la cui dorsale quasi coincide con il confine delle Province di Belluno e Treviso e che si snoda dalla valle del Piave fino alla val Lapisina, che la separa dall’Altopiano del Cansiglio. A sud si estendono le colline in gran parte coltivate a vigneto, con interposte zone pianeggianti come quella della Valsana, anticamente chiamata Sanavalle. In circa due ore si può raggiungere la dorsale delle Prealpi Trevigiane, a quote superiori ai mille metri s.l.m. Le Ippovie che conducono in quota sono tracciate lungo le strade interpoderali e sentieri di facile e media difficoltà. Nella salita si attraversano prima i boschi di castagno ed acacia, passando a quelli di carpino, fino ad arrivare ai pascoli d’altura. Il panorama comprende a nord la Val Belluna, sullo sfondo le cime delle Dolomiti e in primo piano i Monti del Sole; a sud le colline e la pianura con la possibilità di vedere, nelle giornate particolarmente terse, Venezia e la laguna. Malghe, rifugi alpini ed agriturismi sono a disposizione del turista per un buon pranzo o per ospitarlo per la notte offrendo ricoveri adeguati anche per i cavalli. Lungo il percorso sono presenti punti d’acqua. I tracciati in collina, più adatti ad essere percorsi nel periodo tardo autunnale fino a primavera inoltrata, si snodano attraverso sentieri e strade tra vigneti, boschi e prati. Lungo i percorsi si possono visitare le cantine dove si produce il vino Prosecco con possibilità di degustazione. Agriturismi, vecchie osterie e ristoranti danno la possibilità di assaporare i prodotti tipici del territorio.
Le Ippovie raggiungono ed attraversano anche borghi antichi come il Castrum di Serravalle con il castello, la piazza ed i palazzi rinascimentali e la Pieve di Sant’Andrea (Vittorio Veneto); Follina e la sua Abbazia Cistercense del XII sec.; il Borgo di Rolle (Cison di Valmarino) immerso tra le colline coltivate a vigneti ed ulivi e definito dal poeta Andrea Zanzotto come “la cartolina degli dei”. Sempre nel comune di Cison di Valmarino si erge Castello Brandolini, imponente costruzione medioevale posta a baluardo della Valsana. E ancora l’antico Borgo rurale di Milies in comune di Segusino e Combai in comune di Miane che, oltre ad essere uno splendido Borgo, è la terra di produzione del marrone I.G.P.

La segnaletica lungo il percorso

I tracciati delle Ippovie delle Prealpi Trevigiane e Bellunesi, all’interno dell’area trevigiana, sono provvisti di idonea segnaletica turistica facilmente identificabile e riportante la numerazione “TV 5” e sono percorribili nei due sensi di marcia. Presso gli snodi principali sono posizionati i quadri d’unione relativi alla zona interessata indicanti i punti di ricovero cavalli  o di ristoro, i punti d’acqua, le aree naturalistiche, le principali eccellenze turistiche e molto altro.

A cavallo ma non solo…

Al di là del nome e della loro vocazione principale, le Ippovie delle Prealpi Trevigiane e Bellunesi  presentano la possibilità di essere fruite anche attraverso la mountain bike o, perché no, utilizzando comode scarpe da trekking, racchette da nordic walking  e una buona dose di fiato.

Come arrivare:

I tracciati delle Ippovie sono tra loro collegati e possono essere intrapresi partendo da ognuno dei nove comuni interessati.

Scopriamo i vari percorsi esistenti nella Provincia di Treviso

Segusino

Segusino è un comune collinare di antica origine il cui territorio si estende sulla sponda sinistra del fiume Piave, ai piedi del Monte Cesen e dei suoi straordinari panorami. Dal punto di vista geologico, rocce calcaree e dolomitiche caratterizzano il massiccio il cui interesse è riconosciuto a livello comunitario. Dove il Piave si immette nella zona pedemontana si trova la cosiddetta Garzaia di Pederobba, meglio conosciuta come “La Città degli Aironi”, un importante esempio di biodiversità che permette a numerose specie animali e vegetali di vivere in perfetta simbiosi. Questo gioiello naturalistico è un luogo di estrema bellezza. Nell’area dai Maserot alle grave di Pederobba è presente un gran numero di uccelli acquatici e grazie alle sue acque e alla natura circostante, interi ecosistemi trovano qui il loro habitat naturale.
Chiesa di Santa Lucia – in stile neogotico, conserva due magnifici altari, di cui uno in marmo rosso dedicato alla Madonna, e due dipinti del Favotto realizzati in occasione del Giubileo del 2000.
Sito archeologico – scoperto di recente, risalente al periodo paleolitico medio. Presenta segni dell’uomo di Neanderthal che risalgono al periodo tra gli 80 e i 35 mila anni fa.
Frazione di Stramare – nata alle soglie del ‘600, con la Chiesa di San Valentino affiancata da una fontana ricavata da un unico pezzo di pietra. Un tempo il Santo veniva invocato contro l’epilessia, chiamata mal caduco. Oggi è più noto come protettore degli innamorati.
Frazione di Milies- con la chiesa dedicata a Maria Ausiliatrice, punto di orgoglio del Gruppo Alpini.

Qualche suggerimento
I percorsi consigliati per il comune di Segusino sono quelli che, partendo dal centro di Valdobbiadene e risalendo fino alla località Pianezze mantenendosi in quota fino alle casere Fassina, raggiungono la caratteristica frazione di Milies per poi ridiscendere a valle lungo l’antica strada di collegamento con Segusino; oppure sempre partendo da Valdobbiadene, passando per l’area naturalistica del Settolo Basso, proseguendo per il centro di Segusino per risalire da lì fino all’antico borgo di Stramare e quindi verso i boschi della frazione di Milies.
Piazzale del cimitero di Valdobbiadene Pianezze – Milies Segusino km. 17,05.30 h c.a.
Piazzale del cimitero di Valdobbiadene – Settolo Basso Ponte di Fener Segusino – Stramare – Milies km. 15,25 h c.a.

Valdobbiadene

Valdobbiadene si trova adagiata alle pendici delle Prealpi tra dolci colline, boschetti e rigogliosi vigneti che rappresentano il serbatoio per la produzione del vino italiano più richiesto al mondo: il Prosecco. Nei dintorni ci sono numerose zone di notevole interesse paesaggistico: Pianezze, con i suoi suggestivi panorami, ne è un esempio significativo. Anche da Valdobbiadene è possibile raggiungere il Monte Cesen, sostando nelle caratteristiche malghe, dove si possono gustare prodotti tipici montani. Dirigendosi verso sud si incontra un’area naturalistica pianeggiante denominata Settolo Basso, caratterizzata dalla presenza di corsi d’acqua, risorgive, flora e fauna tipiche degli ambienti umidi.
Il Duomo- l’attuale linea architettonica in stile neoclassico, risale all’ultimo decennio del 1700. Al suo interno vi sono preziose opere d’arte come la pala dell’Altar Maggiore dedicata a Santa Maria Assunta.
Villa dei Cedri – ex opificio di origine ottocentesca, ogni anno, ad agosto, ospita l’evento “Calici di stelle”. Ècircondata da un vasto parco aperto al pubblico.
Chiesa di San Gregorio Magno in Colderove – risalente già ai primi del Duecento, nel 1601 vi si insediò un convento di Cappuccini. Soppresso il convento nel 1769 essa passò in mano a privati. Del convento ora restano solo alcune arcate del chiostro e l’antico pozzo. Oggi è di proprietà della Parrocchia. Nel restauro del 2001 sono stati riportati alla luce alcuni particolari come le croci del Settecento dipinte lungo i muri perimetrali e una meridiana.
Le colline del Prosecco – producono il Prosecco e il Prosecco Superiore di Cartizze, vini di ottima qualità e famosi nel mondo. Splendide sono le strade lungo le colline.
Pianezze – meta di passeggiate ed escursioni grazie alla presenza di numerosi sentieri.

Qualche suggerimento
Dalla frazione di Guia si sale verso Pian del Brondo e quindi a Pian de Farnè, zona attrezzata per il pic-nic con punto d’acqua per i cavalli. Qui l’itinerario si sdoppia: a sinistra ci si dirige verso la località di Pianezze mentre, a destra, il percorso prosegue verso la località di Mariech. Da lì a destra si ritorna verso Posa Puner; a sinistra ci si dirige lungo Val Paola, fino al Capitel di Garda. In prossimità di Capitel di Garda il tracciato presenta un trivio: ad est si ritorna verso Posa Puner; a nord si entra in provincia di Belluno; ad ovest  ci si dirige verso località Forcella, casere Fassina e la località di Milies, in comune di Segusino.
Guia – Pian de Farnè – Pianezze – Mariech Busa del Pian di Vadim – Capitel di Garda km. 16,05 h c.a.

Miane

Il territorio di Miane vede l’alternarsi di rilievi di varia entità e valli su cui sono sorte la maggior parte delle strutture abitative che tuttora mantengono l’aspetto tipico rurale delle malghe e delle case in pietra. I numerosi percorsi attraversano zone collinari e naturali dove è possibile ammirare una vegetazione ricca e spontanea caratterizzata da molti castagneti, la cui coltivazione è fortemente promossa per il miglioramento ambientale. Una frazione di Miane, più precisamente Combai, è conosciuta come il fulcro della produzione dei prelibati marroni, con i quali è possibile realizzare numerose ricette appartenenti ad una tradizione radicata.
Chiesa Arcipretale – realizzata dal 1874 al 1878. Davanti ad essa si trova il Campanile, anticamente torre di vedetta risalente al 1400 e facente parte di un sistema difensivo e di controllo sulla Vallata.
Santuario della Madonna del Carmine – situata nella valletta di Visnà a circa 600 m. s.l.m. Al suo interno si conserva un antico simulacro della Beata Vergine chiamata Madonna dei Pastori.
Borgo di Colmellere – il cui nome deriva da Mellìus, il proprietario del fondo. Di epoca medioevale, attorno all’anno 950, conserva ancor oggi la tipologia della struttura del tempo, a corte aperta con il cortile, il pozzo ed il forno promiscui. Le case conservano pressoché tutte la “ritonda”, i “pioi” e altri elementi caratteristici.
Combai – abbarbicato ai piedi delle Prealpi e circondato da maestosi castagni e secolari vigneti.  Dal centro del paese partono numerosi sentieri naturalistici. A pochi passi si possono ammirare l’Abbazia Cistercense di Follina (XIII sec.), il Castello Brandolini a Cison di Valmarino, il Molinetto della Croda a Refrontolo, l’antica Pieve di San Pietro di Feletto, i Castelli Feudali di Susegana e Collalto, il Santuario della Madonna del Carmine a Miane.

Qualche suggerimento
All’interno del comune di Miane i tracciati di maggior interesse sono costituiti da un anello di breve durata presso il Santuario del Carmine. Gli amanti delle lunghe percorrenze possono partire dal centro del paese, nei pressi della Pro Loco, verso la località di Vergoman, inerpicandosi fino a raggiungere il meraviglioso panorama da cui si gode da Posa Puner oppure esplorare la patria del Prosecco attraverso le colline che da Miane, passando per Guia e San Pietro di Barbozza, raggiungono Valdobbiadene.
Circuito Miane – nei pressi del santuario Madonna del Carmine km. 3,345 min c.a.
Centro polifunzionale di Miane – Posa Puner km. 10,83.30 h c.a.
Centro polifunzionale di Miane – Guia – Santo Stefano Saccol – San Pietro di Barbozza – Valdobbiadene km. 16,53 h c.a.

Follina

Follina è situata in una vallata verdeggiante, ricca di boschi, sorgenti d’acqua e vigneti rigogliosi. Il paesaggio pedemontano conserva anche qui la sua identitaria bellezza ed è arricchito dalla presenza di borghi ben conservati. Il territorio è conosciuto per l’arte della lana, tradizione iniziata dai monaci Cistercensi. A tal proposito va menzionata l’Abbazia benedettina di Santa Maria (XII secolo), ancora oggi integra, a cui è fortemente legata la storia del paese. Una terra ricca di storia e leggende dove sono state trovate testimonianze di epoca preistorica e romana come l’importante via di comunicazione militare “Claudia Augusta Altinate”.
Abbazia di Santa Maria – presenta la tipica costruzione a pianta latina. All’interno sono presenti pregevoli opere: la grande ancona lignea di stile neogotico costruita da maestranze veneziane nel 1921 che accoglie la statua in arenaria della Madonna del Sacro Calice; l’affresco “Madonna con Bambino e Santi” del 1527 di Francesco da Milano; un notevole crocefisso ligneo di età barocca.
Cimitero austro-ungarico – nasce durante l’occupazione austriaca della Vallata nel novembre del 1917. In questo cimitero confluirono in seguito anche le salme dei militi austro-ungarici esumate dai cimiteri di Combai e Miane.
Castelletto Brandolini – palazzo del ‘600 vanta un buono stato di conservazione. All’interno sono ancora presenti sale con travi in stile sansoviniano, decorazioni a stucco, affreschi, un ricco ed importante caminetto ed atre considerevoli opere d’arte.
Via “Claudia Augusta Altinate”– antica via romana di tipo militare fu completata per ordine dell’imperatore Claudio nel sec. I d.C. affinché collegasse Altino con Ausburg, la romana Augusta, nel cuore dell’Europa.

Qualche suggerimento
Partendo da Pian di Farrò a Follina, si prosegue fino a raggiungere la SP 34, di fronte allo stabilimento S.E.V si svolta a sinistra e dopo aver percorso circa 250 metri si svolta a destra superando il fiume Soligo. Subito dopo il ponte sul fiume, si gira a destra, quindi si sale a mezza costa dirigendosi verso  la località Campea e da lì verso il centro di Miane. A Miane, passando di fronte alla chiesa parrocchiale, ci si dirige quindi verso Località Pianezze e da lì per Monte Pra Galoro.
Farrò – Premaor – Miane Loc. Costolada – Bosco di Van – Pianezze – Monte Prà Galoro km. 16,05 h c.a.

Cison di Valmarino

Cison di Valmarino, di origini antichissime, si trova in una zona strategica ed è il paese più importante della Valmareno. Il fascino e l’eleganza del passato traspaiono ancora oggi nel centro cittadino, dove non mancano natura e scorci suggestivi. Nello sperone del Col del Moi si erge l’imponente Castello Brandolini, di orgine medievale, al quale si accede anche tramite una funicolare. Nella vallata si possono percorrere bellissimi sentieri di particolare interesse storico-artistico-naturalistico: ne sono un esempio il pittoresco sentiero “Via dell’Acqua” che arriva fino al Bosco delle Penne Mozze, così come i vari sentieri che portano al passo San Boldo, un passo di particolare interesse con scenari mozzafiato. Si tratta di percorsi che alternano suggestive vedute ad ambienti boscosi, attraverso un ambiente naturale tuttora integro.
Castello Brandolini – ha origini assai antiche e il primo nucleo dovrebbe risalire all’epoca delle invasioni barbariche.
Museo delle Radio d’epoca – l’esposizione copre un arco di tempo che va dal 1920 fino agli anni ’70. Gli apparecchi esposti costituiscono una panoramica dello sviluppo tecnico e stilistico dell’oggetto radio, del significato socio-culturale che questo ha costituito e di colonna sonora della vita quotidiana.
Il Bosco delle Penne Mozze – un capolavoro ingegneristico pensato e costruito nel 1918 dall’esercito austro-ungarico. Si tratta di un “memoriale sparso” dove sono state collocate, in mezzo agli alberi, le lapidi che ricordano tutti gli Alpini della provincia di Treviso caduti durante le guerre del ‘900.
“Via dell’Acqua” – segue il corso del torrente Rujo fino al cimitero delle Penne Mozze e ritorno.
Passo San Boldo – è un valico che mette in comunicazione i due versanti delle Prealpi Bellunesi centrali

Qualche suggerimento
Partenza da Case Teson, Gai lungo l’itinerario della Via dell’Acqua, via del Molino, via Nazionale (SS635), piazza della Vittoria, via dei Santi, Pian di Zoppe, Col di Costa Magra, Pra dei Cavei, casere Monte Vecchio, Busa della Casera, Passo San Boldo per poi proseguire lungo l’itinerario in provincia di Belluno.
Case Teson – Gai – Tovena – Passo San Boldo km. 13,54 h c.a.

Revine Lago

Revine Lago si trova ai piedi del versante meridionale delle Prealpi Trevigiane. La rete di sentieri che si snoda nel territorio permette di ammirare le zone attorno ai laghi e l’intero paesaggio che dal fondo valle arriva fino a monte. Nel punto d’incontro tra il versante e la zona pianeggiante si trovano gran parte degli insediamenti dove le tradizioni, il paesaggio e la cultura vengono mantenute ancora vive. L’ambiente lacustre, nella Valmareno, è molto interessante dal punto di vista naturalistico ed è costituito da due laghi separati di origine glaciale. I laghi di Revine rientrano nelle aree protette e di bellezza riconosciuta. Evento culturale ormai di spessore è il Revine Lago Film Fest, un festival internazionale di cortometraggi, documentari e sceneggiature.
I laghi – di origine glaciale, originariamente era unico e tale rimase fino ai secoli XIII-XIV. Ora sono separati da una piccola lingua di terra.
Parco archeologico del Livelet – un’immersione nell’archeologia e nel tempo preistorico, il parco permette di vedere come vivevano i nostri antenati.
Santuario di San Francesco di Paola – una costruzione di epoca settecentesca e di semplici forme barocche. Per la costruzione di quest’edificio furono impiegate maestranze locali ed artigiani di tutta la zona. Di particolare interesse gli affreschi di Francesco Da Re, che si trovano in una delle stanze sopra la sacrestia, che rappresentano i cinque misteri gaudiosi.
La “strada delle musse”e la “strada dei cavai” – due sentieri che salgono da Revine fino al Pian delle Femene.

Qualche suggerimento
La zona della Valsana, che si estende da Revine a Miane, è caratterizzata dalla presenza di diversi punti di sosta e ristoro per l’escursionismo a cavallo. Da questi punti partono i seguenti itinerari:
Località Cadelach – Sottocroda – La Posa km. 14,54 h c.a.
Località Cadelach – Sottocroda – Soller Zuel di Là  – Farrò km 16,54 h c.a.
Località Cadelach – Soller – Gai – Mura – Valmareno km 14,03.30 h c.a.

Vittorio Veneto

Vittorio Veneto sorge alle pendici delle Prealpi Trevigiane, circondata da dolci colline e attraversata dal fiume Meschio. Lungo le sue rive è possibile ammirare un paesaggio dove natura e storia si uniscono in un perfetto connubio. Tuttora si scorgono i resti dei mulini e delle segherie che lavoravano il legno proveniente dal Cansiglio, una delle più belle foreste europee adagiata in una conca naturale. L’ambiente ancora intatto ospita tante specie animali ed è caratterizzato dalla presenza di faggi e abeti secolari. Il centro storico si suddivide sostanzialmente in due zone: Serravalle e Ceneda. La prima, con una piazza davvero incantevole, ha occupato fin dall’antichità una posizione strategica: ancora oggi si possono vedere i resti dell’articolato sistema difensivo romano ormai prossimo al riconoscimento come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. La seconda, anch’essa di origini antiche, si estende verso la pianura ed in epoca romana supportava il Castrum di Serravalle. Dalle alture della città domina il Santuario di Sant’Augusta con la sua particolare scalinata.
Cattedrale – dedicata a Santa Maria Assunta e San Tiziano, in stile neoclassico. Probabilmente dove sorge l’attuale struttura esisteva un luogo di culto già prima dell’arrivo a Ceneda del corpo di San Tiziano di Oderzo.
Duomo di Santa Maria Nova– a Serravalle, ospita molte opere d’arte tra cui la celebre Pala del Tiziano.
Castrum di Serravalle – antico insediamento militare e dimora della famiglia Da Camino, rappresenta uno dei gioielli del panorama veneto.
Castello di San Martino – antichissimo, con la sua torre pentagonale, è ultramillenaria sede vescovile.
Museo del Cenedese – custodisce reperti di archeologia, affreschi, sculture e dipinti.

Qualche suggerimento
Vittorio Veneto è città d’arte ricca di storia e monumenti, ma è anche città del vino e della buona tavola; il suo territorio, di gran lunga il più esteso della provincia di Treviso con pianura, collina e montagna collega la Valsana col Cansiglio e la pianura con le Dolomiti. Le sue Ippovie sono semplici perché si diramano tutte da un unico punto di partenza in Località Sant’Andrea, posto molto vicino al centro cinquecentesco di Serravalle, connettendosi, poi, alle altre tratte delle Ippovie delle Prealpi Trevigiane.
Località Sant’Andrea – Maren – Nove – Lago Morto Caloniche – Sella del Fadalto km 15,04 h c.a.
Località Sant’Andrea – Longhere – Vizza – Pian delle Femene km 18,04.30 h c.a.
Località Sant’Andrea – Località Cadelach km 6,81.30 h c.a.

Fregona

Fregona è situata in una zona intermedia tra collina e montagna, ai piedi del monte Pizzoc. L’area è ricca di fonti e corsi d’acqua così come di ambienti naturali aventi diverse caratteristiche: da malghe e pascoli abbandonati, a vigneti e boschi. I percorsi sono quindi caratterizzati da una natura eterogenea: ne sono esempio il Sentiero del Bracconiere, della Terra Nera e del Torchiato. Il bosco è gestito con criteri naturalistici (i tagli e i rinnovi sono controllati per tutelare e migliorare la diversità) e nel parco non è difficile imbattersi in specie animali o vegetali altrove poco diffuse. Il fatto che i vigneti di Fregona si trovino in prossimità di zone così incontaminate e rispettose dei cicli della natura costituisce un’affinità culturale e al tempo stesso una garanzia per la qualità dei vini.
Grotte del Caglieron- composte da una serie di cavità di origine naturale e artificiale sono considerate un prodigio della natura. All’interno delle cavità artificiali, ci sono alcuni tratti di cunicoli naturali, tanto da essere esplorati dagli speleologi.
Chiesa parrocchiale di Osigo- il documento più antico che ci parla della chiesa risale al 1462. All’interno si trova la “Pala di San Giorgio”, uno dei più bei dipinti su tavola di Francesco da Milano.
Villa Trojer – del XVII secolo. Gli elementi stilistici di questa villa, ed in particolare le due grandi logge, richiamano le ville delle zone montane. Pur risultando baroccheggiante il nucleo centrale, le logge sono di pura linea rinascimentale con colonne di pietra viva ed archi tondi. Il lato orientale conserva elementi originali negli stipiti delle porte aperte sul loggiato, nei fori ovali che danno luce al soffitto e nelle mensole che incorniciano il tetto.

Qualche suggerimento
Nel comune di Fregona l’itinerario principale è quello che, partendo da Vittorio Veneto, attraversa Ciser, Sonego, salendo ancora verso località di Cadolten, frazione di Fregona, per poi proseguire lungo la strada “del Tafarel” fino ad addentrarsi in un angolo di natura incontaminata: la foresta del Cansiglio. Per l’escursione all’interno della foresta, dove sono presenti aree naturalistiche protette, soggette a vincoli di passaggio, si consiglia di affidarsi a guide esperte. In questo comune, inoltre, parte del percorso delle Ippovie delle Prealpi Trevigiane e Bellunesi coincide con il tracciato dell’Ippovia del Piave.
Località Sant’Andrea – Ciser – Sonego – Cadolten Foresta del Cansiglio km 195.30 h c.a.

Cappella Maggiore

Cappella Maggiore, con la sua posizione strategica, è ubicata in una fascia collinare caratteristica e pittoresca. La sua configurazione urbanistica è molto particolare ed è circondata da strutture abitative che rievocano quelle tardo-settecentesche. Il territorio è caratterizzato dalla presenza di borghi storici: è attraversato dal torrente Carron ed è lambito dal fiume Meschio, di origine glaciale.
Chiesa dedicata alla Santissima Trinità- la fondazione di questa cappella risale all’VIII-IX secolo, sotto il dominio dei Longobardi. Detta anche chiesa della Mattarella (per il nome dell’antico proprietario dei terreni su cui sorse).
Castelletto – di cui si sa poco della sua storia. Sorgeva intorno al IV e V sec. d.C., a seguito delle continue invasioni di barbari ed altre popolazioni, sulle colline della zona insieme a fortezze e ad altri castelli: Castello di Re Matrucco, Castrum Theodorici e, sulle colline di Cappella Maggiore, l’antico Castelletto. Diede rifugio sia durante le invasioni barbariche, sia durante le incursioni degli Ungari e cinque secoli dopo dei Turchi. Fino al 1970 la struttura era abbandonata, acquistata poi da un pittore.
Chiesa di Santa Maria Maddalena – fu in origine chiesa succursale della pieve di Fregona fino al 1494, anno in cui divenne parrocchia indipendente. La vecchia chiesa era stata consacrata dal Vescovo di Ceneda Pietro Leoni il 10 maggio 1474 ed era ad una sola navata. Fu ingrandita con la costruzione delle navate laterali fra il 1863 e il 1875 e restaurata nel 1907. Stupenda la vecchia ancona dell’altar maggiore tutta in legno scolpito e dorato.

Qualche suggerimento
Attraverso il comune di  Cappella Maggiore, l’itinerario delle Ippovie delle Prealpi Trevigiane si raccorda con l’Ippovia del Piave, percorso appartenente alla Rete Escursionistica Veneta.
Località Sant’Andrea – Cappella Maggiore km 7,21.30 h c.a.

Testi e foto a cura dell’Assessorato al Turismo della Provincia di Treviso

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