Il Castello Papadopoli Giol

Annoverato tra le Ville Venete dalla maggior parte delle guide turistiche, seppure lo stile non sia quello tradizionale delle ville palladiane, il Castello Papadopoli Giol si affaccia su piazza Nicolò Papadopoli, a San Polo di Piave. Il Castello, con il grande parco realizzato attorno al lago, era la residenza di campagna della famiglia Papadopoli che aveva il suo palazzo sul Canal Grande di Venezia, vicino al ponte di Rialto. La struttura attuale risale al 1865, progettato con uno stile del tutto particolare, con alti pennacoli che richiamano Venezia, ma ancor di più l’origine orientale della famiglia. Incendiato al termine della Grande Guerra, nel 1921 fu acquistato e ricostruito nelle parti interne dal commendator Giovanni Giol.

Quando si trasferiscono a Venezia nel Settecento, i Papadopoli sono un’agiata famiglia cretese. Poi pian piano riescono ad avere la cittadinanza veneziana e infine il titolo nobiliare. Grazie alle sue iniziative finanziarie andate a buon fine, Angelo Papadopoli, il capofamiglia, riesce ad acquistare molti possedimenti sulla Sinistra Piave. In particolare, organizza una tenuta in maniera moderna e ne fa una fiorente azienda agricola, con tanto di cantine, scuderie e in seguito persino una filanda. Spiridione poi, l’ultimo dei Papadopoli, nelle sue proprietà fa costruire una villa di gusto romantico ottocentesco, sul sito di un antico castello appartenuto ai Da Tolentino. La prima versione della villa-castello viene in seguito notevolmente ampliata seguendo i dettami dello stile “Tudor” e tuttora spunta con i suoi pinnacoli, contrafforti e bow windows dal folto di un giardino ricco di specie arboree rare e bellissime, che è una delle migliori realizzazioni del paesaggismo ottocentesco in Italia. Il suo aspetto sembra si debba all’opera dell’ing. G.B. Ferrante di Torino.
Si accede alla proprietà attraverso un ponticello su un fossato di acqua risorgiva ricco di piante acquatiche. Dalla strada se ne vede il retro: il fronte principale, infatti, è rivolto verso l’ampio lago. La villa è rialzata su una specie di collina artificiale dalla quale domina anche il parco, realizzato verso al fine dell’800 in stile inglese a opera dello scenografo vicentino Francesco Bagnara che cominciò a lavorarvi dal 1850 su commessa del conte Papadopoli, anche se in seguito venne commissionato un nuovo riassetto al francese Durand. L’edificio riprende in realtà lo schema compositivo delle ville venete con il corpo centrale enfatizzato e messo in risalto rispetto alle ali (barchesse), ma esso viene reinterpretato secondo le caratteristiche dello stile neogotico, permeato da una tendenza alla verticalità che informa tutte le parti della costruzione. Il frontone diventa un triangolo con bifora gotica sormontato da una selva di pinnacoli, mentre la classica trifora centrale corrispondente al salone passante diviene una trifora gotica affacciata su un poggiolo retto da un pronao con colonne sottili. Le ali si trasformano in torrette con frontoni triangolari, bifore e bow-windows, leggermente più basse rispetto al corpo principale. Interessanti gli interni: il foyer del piano terra con l’ampia porta in ferro e vetro cattedrale, i decori a finta tappezzeria e il finto cassettonato entrambi a effetto tridimensionale, l’ampio scalone con un notevole parapetto in ghisa, il salone centrale ornato con sopraporta allegorici e il soffitto con tele. Particolare la stanza neorococò con specchiera e lampadario fine ‘800, nonché dipinti sottovetro con cornici dorate.

Il Parco Castello Papadopoli Giol è interamente accessibile ai turisti. Durante la visita del Piano Inferiore e del Piano Nobile, si possono ammirare gli affreschi e gli arredi delle stanze. Per chi sapesse suonare il pianoforte, sarà possibile suonarne uno d’epoca. Durante la passeggiata attraverso i 12 ettari di parco, si notano le sue caratteristiche principali, le sue geometrie, i motivi dei suoi tracciati e si possono osservare i pesci e gli uccelli che lo popolano.

L’ Agenzia Agraria dei Connati Papadopoli, oggi proprietà Giol, s’impone al centro della città. Le strutture ospitano le famose cantine dove il vino è tuttora invecchiato in botti di rovere; le più antiche cantine documentate d’Italia sin dal 1427. La proprietà fondiaria era costituita da molte grandi case coloniche, ognuna individuata con il proprio nome e con lo stemma dei Papadopoli, edifici che ancor oggi si incontrano lungo le vie di campagna di San Polo. L’effige araldica della fenice risorta dello stemma dei Connati Papadopoli è stata riportata in questi anni sulle etichette delle bottiglie di vino di numerose cantine private, per identificare il luogo di provenienza dei prodotti. Poco oltre l’Agenzia Agraria, si apre Piazza Nicolò Papadopoli, intitolata il 1°_maggio 1922 alla memoria dell’illustre Senatore del Regno e benefattore del paese.
Anche le Cantine sono interamente accessibili. E’ possibile degustare i vini, passeggiando all’interno della Fustaia Grande, ammirando le sue imponenti travature ed i fusti che portano ancora i segni della Guerra e dell’occupazione, scoprendo la Cantina Vecchia e le Cripte di invecchiamento.

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