Da Susegana a Collalto fino alla rocca di Castelvecchio
le colline del Prosecco offrono uno scenario d’altri tempi
È una cartolina continua, il susseguirsi di colline che si rincorre ai piedi delle Prealpi, in quella porzione della pedemontana trevigiana che oggi è più nota come “colline del Prosecco“. Quella che si è candidata a entrare nella World Heritage List dell’Unesco e che, forse, tra un anno potrà essere dichiarata Patrimonio dell’Umanità.
Ma lo spettacolo di questa fascia collinare della Marca ha una storia molto più lunga di quella del successo del vino più famoso del mondo, come testimoniano anche i numerosi castelli medievali che ancora oggi la punteggiano: possenti edifici sorti in luoghi strategici per ostentare potere e difendere territori, oggi divenuti alcuni dei punti più ameni per ammirare panorami incantevoli, tra suggestioni del passato e seduzioni del paesaggio.
La Città dei due castelli. Un itinerario tra i punti panoramici dell’Altamarca dai quali i signori del passato sorvegliavano i loro confini, non può che cominciare da Susegana, la città dei due castelli. Quello che domina il paese è il castello di San Salvatore (sec. XIII), con i suoi trentamila metri quadrati tra rocca e borgo. Da sempre – ancora oggi – residenza della famiglia Collalto, resistette agli assalti degli Ungari del Quattrocento e prosperò soprattutto dopo il Cinquecento, ospitando numerosi artisti che lo abbellirono e molti altri che vi trovarono ispirazione per le loro opere; nel Settecento si arricchì di un imponente palazzo e giardini pensili affacciati sulla vastissima tenuta, ancora oggi punteggiata di vigneti, boschi, pascoli, campi e di antiche case coloniche trasformate in luoghi d’accoglienza. Dopo le profonde ferite inferte al complesso durante la Grande Guerra, il lungo e appassionato restauro operato dalla famiglia Collalto gli ha restituito la sua funzione di centro di cultura, di arte e d’incontri. Oggi è visitabile su prenotazione o durante i numerosi eventi ospitati, ma anche quando è chiuso al pubblico, passeggiare lungo il suo perimetro esterno offre una visione incantevolmente panoramica.
Il fantasma di Bianca. Un percorso di pochi chilometri (percorribile anche in auto) tra i morbidi paesaggi ammirati da San Salvatore conduce fino alle rovine del primo insediamento dei Collalto, costruito nel 1110 e che, in seguito alla costruzione del vicino castello, perse progressivamente d’importanza e andò incontro a un lento declino culminato con la Grande Guerra, durante la quale fu distrutto e definitivamente abbandonato. Una leggenda vuole che vi si aggiri ancora il fantasma di Bianca, giovane ancella medievale murata viva per gelosia. Le persone in carne e ossa, invece, frequentano molto il vivace borgo, grazie alla suggestione del luogo e a numerose manifestazioni culturali e visite guidate, nonché in occasione del mercatino dell’antiquariato che si tiene ogni seconda domenica del mese.
Sulla rocca di Castelvecchio. Pochi chilometri separano Susegana dal centro storico di Conegliano. Dal quale una passeggiata lungo una salita senza difficoltà conduce, costeggiando le antiche mura, fino alla sommità del colle che fu abitato già nel XIV-XII secolo a.C., dove si possono ammirare anche elementi di fortificazione risalenti all’XI secolo. È il centro di Castelvecchio (raggiungibile anche in automobile), dove è segnato il perimetro un tempo occupato dalla millenaria fortezza, di cui restano pochi elementi, tra cui la Torre della Guardia, sede del Museo Civico. L’ingresso (2,5 euro) consente di ammirare, oltre agli affreschi, alla pinacoteca e alla collezione archeologica, un’ampia vista sulla città e sulle colline circostanti, spaziando dalle Alpi alla pianura segnata dal Piave.
Le fortezze di Ceneda e Serravalle. Vittorio Veneto conserva i fortilizi dei due centri da cui nacque, Serravalle e Ceneda, emblemi delle loro ben diverse storie. La prima fu un dinamico centro di commerci collegato con l’Alemagna dove già nel XII secolo sorse il castrum, insediamento militare di cui restano poche vestigia molto rimaneggiate a causa dei danni subiti durante le varie guerre: un vasto parco (d’estate sede di un celebre festival culturale), una torre adibita a bed&breakfast e un’antica cantina scavata nella roccia che, nella bella stagione, ospita un’enoteca. Ceneda, invece, è dominata dal Castello di San Martino che sorge sul colle San Paolo, collegato alla piazza della cattedrale da una breve strada che offre una vista esclusiva su tutta la pianura. Sorto già nel V-VI secolo, rappresenta il sistema difensivo di un centro non fortificato e sparso nella campagna, proprio al contrario della contigua Serravalle. Oltre ad essere, da sempre, la dimora del vescovo di Vittorio Veneto, è oggi anche una casa di spiritualità che accoglie numerose iniziative culturali.
Castelbrando: dalla fortezza allo charme. A Cison di Valmarino, uno sperone del monte Col de Moi divenne, alla fine del XII secolo, sede di una fortezza militare che i feudatari Caminesi resero in seguito abitabile. Successivamente la forlivese famiglia Brandolini lo ricevette in dono dalla Serenissima e ne fece una monumentale dimora patrizia, che nella seconda metà del Novecento divenne un centro salesiano. Dalla fine degli anni Novanta è un albergo di charme, Castelbrando, raggiungibile attraverso una strada nel bosco o una panoramica funicolare. E ancor più ampia è la veduta della Valsana che si gode dai numerosi edifici di varie epoche che compongono il complesso e dagli ampi terrazzamenti cinti da mura merlate.
articolo di Marina Grasso per www.tribunatreviso.it del 09.08.2017
A Conegliano la terrazza sulle Prealpi
Per una sosta veloce o per un pasto dai sapori tradizionali, per riposarsi sull’ampio terrazzo dove la vista spazia dai giardini del Castello alle Prealpi oppure per accomodarsi nella sala con molte finestre aperte sul panorama di Conegliano. È un locale per tutte le occasioni e per tutte le ore del giorno, il Ristorante Al Castello, all’interno del parco del Castello di Conegliano, aperto dalle 9 alle 24 per accogliere nei suoi caratteristici ambienti colazioni e spuntini accompagnati dall’immancabile Prosecco, ma anche pranzi e cene con piatti senza sofismi come formaggio alla piastra o soppressa coi funghi, baccalà alla vicentina con polenta e golosi dessert fatti in casa.
Bar Ristorante Belvedere ‘Al Castello’ a Conegliano
“Una cucina all’altezza del Panorama”
Al ristorante ‘Al Castello’ puoi riscoprire una cucina autentica e legata al territorio.
Puoi fare colazione, aperitivo, pranzo o cena.Il Bar ristorante ‘Al Castello’ Ti aspetta tutti i giorni, anche per gustarti un momento il meraviglioso panorama.
Per maggiori info:
Ristorante “Al Castello” – Piazzale S.Leonardo 7 a Conegliano
www.ristorantealcastello.it – info@ristorantealcastello.it – Tel. 0438 22379
Le Torri di Credazzo
Una vista spettacolare
Tra Farra di Soligo e Col San Martino (foto di apertura) si ergono nel verde le tre Torri di Credazzo, collegate tra loro da mura che delimitano due cortili interni. È quanto resta del fortilizio eretto tra il IX e X secolo, parte di un articolato sistema difensivo esteso fino ai castelli di Col San Martino e Soligo, che oggi sono tuttavia andati perduti. Distrutto nel XV secolo e poi abbandonato, dagli anni Quaranta del Novecento è di proprietà privata, grazie alla quale è stato restaurato. La strada che conduce all’ingresso delle torri (via San Lorenzo) – anche se non sono visitabili al loro interno – e a una rurale chiesetta di origine medievale, offre un panorama davvero spettacolare.
VIDOR
Il maniero che non c’è più
Il castello, a Vidor, non c’è più dal 1510. Distrutto dalla Guerra della Lega di Cambrai, sorgeva in un luogo così tranquillo e appartato che al suo posto sorse quella che fino alla fine del Settecento fu la parrocchiale del paese, con l’adiacente cimitero, che nel Novecento è diventata una chiesa-monumento a ricordo dei caduti delle due guerre mondiali. Vi si arriva percorrendo una strada che parte dall’ex Municipio di Vidor e, consentendo di far spaziare lo sguardo tra un susseguirsi di colline, borghi e vigneti, arriva sulla sommità di quello che continua a chiamarsi Castello, per godere di un ampio panorama sul Piave e sui colli.
COL Crosét
Le rovine tra i vigneti
Alle rovine del Castello di Mondeserto si arriva seguendo le indicazioni che portano ai luoghi della Grande Guerra. Perché l’antico castello costruito all’inizio del XII sec. sulla somma del Col Crosét, che sovrasta l’abitato di Saccol, fu trasformato in un osservatorio-bunker dagli austro-ungarici nel 1917. Poco sappiamo della sua storia: la struttura originaria, ricavabile da quanto rimasto visibile, era costituita da una cinta muraria robusta che abbracciava l’intera cima del colle, dove ora s’incontrano i suoi resti sparsi tra i vigneti mentre si giunge alla sommità della collina, per ammirare la dolcezza di un panorama esclusivo.
coCome arrivare
A27, da Conegliano o Vittorio Veneto
Per raggiungere i Castelli di questo itinerario, si può partire dalle uscite dell’A27 di Conegliano e di Vittorio Veneto Nord. Susegana è a pochi chilometri da Conegliano (direzione Treviso), a 20 chilometri da Pieve di Soligo e le Torri di Credazzo. Da lì, proseguendo in direzione Valdobbiadene, si trovano facilmente anche Vidor e Saccol. Per andare a Cison di Valmarino, invece, da Vittorio Veneto Nord si prende la direzione per Follina.