Autunno sulle Prealpi

Autunno, stagione dei colori decadenti e delle castagne: e dove andare se non sopra Miane per una gita varia e di medio impegno? Si può lasciare la macchina presso il santuario della Madonna del Carmine (476). È preferibile all’inizio, per scaldare i muscoli delle gambe in modo graduale, prendere la carrareccia per ‘Posa granda’ e seguirla esattamente per un chilometro (qualche breve tratto è asfaltato), fino a quando si scorge, sulla destra di un salita in cemento un poco evidente sentierino che scende leggermente nel bosco (freccia con il 989). Costeggiamo la valletta del Carmine, incassata, per poi risalirla con comodi tornanti, incontrando diverse interessanti costruzioni in pietra, cosicché in circa 20 minuti arriviamo alla vecchia Casera Pradie, immersa nel verde, subito dopo la quale si trova un manufatto per la raccolta di acqua. Risalito il bosco sul fianco del monte Corno pieghiamo a sinistra ad un evidente bivio – non andare in basso – e proseguiamo sempre diritti verso NNE, con faticosa continua rampa di 200 metri di dislivello, verso la cresta, rifiutando allettanti deviazioni in discesa a sinistra verso la valle. Ad un certo punto verso i mille metri il cammino diventa meno faticoso e più interessante: attraversiamo una ‘porta’ tra due rocce, e un sito dai caratteristici massi dalle forme stravaganti, che ci trasmettono una sensazione di immobilità e mistero, e poi con comodi zig-zag alterniamo bosco e prato (in primavera narcisi). Attenzione a non deviare verso la Val d’Agre al relativo segnale. Finalmente siamo sul crinale che collega il monte Corno al monte Prenduol, e qui sbirciamo i panorami verso la pianura mentre si infittisce l’abetaia a scapito delle latifoglie. Quando arriviamo all’ultima salita nel bosco, girando a destra, dobbiamo fare attenzione a seguire il segno bianco-rosso, e ci sono diversi sentieri possibili: o quello che presenta un tratto pianeggiante in costa prima dell’ultima salita, oppure una deviazione all’insù che ci porta direttamente alla meta. Importante è salire comunque e verso Nord.

Finisce all’improvviso la ‘selva oscura’ e si disvela un altro mondo, quello dei verdi pascoli alti sul lungo crinale che divide le province di Treviso e Belluno. È un ambiente di solito silenzioso e riposante, magnifico con il sole, che ci fa provare un senso di continuità nel tempo, perché ancora oggi sulla Forcella della Fede è in vigore l’attività pastorale in estate, con gli animali al pascolo, l’immancabile grande ‘lama’, la frequenza di sentieri più o meno segnati e di strade forestali.

Qui, in posizione privilegiata, si trova la Casera De Mont, o Malga Mont. In pochi minuti possiamo salire sul Monte Crep, riconoscibile per la grande croce, e dalla sua cima (1349 metri) abbiamo a disposizione a trecentosessanta gradi una vista sconfinata: oltre la Val Belluna vediamo le Vette Feltrine, il Pizzocco, il Pelf con la Schiara, il monte Serva, Col Nudo, Monti dell’Alpago e qualche cima dolomitica… Dall’altra parte, a Sud, appare la distesa dei colli e della pianura trevigiana; insomma ci troviamo su un punto proprio speciale.

La forcella (m.1260) è raggiungibile anche dalle strade che provengono dal Posa Puner o da Praderadego-Col Varnada, ma in questa escursione abbiamo preferito raggiungerla unicamente a piedi, ‘by fair means’, parafrasando Mummery, perché volevamo camminare il più possibile nella pace e nel silenzio della solitudine assoluta. Il che non significa che gli altri itinerari siano spiacevoli. Anzi, si possono studiare percorsi alternativi: anelli, camminate brevi o lunghe, e anche chi non conosce bene i luoghi potrà prepararsi, con una carta al 25000, una gita ‘personalizzata’ e creativa, secondo la filosofia che ha sempre caratterizzato la serie ‘itinerari’ di MarcaAperta.

Per la salita bisogna calcolare due ore o due ore e mezza. Meglio munirsi di calzature solide. La discesa si può effettuare sulla via della salita, oppure con il sentiero 988 (Col d’Agre-Pian-Val d’Agre e collegamento con il 989). Un consiglio: organizzarsi per avere molto tempo a disposizione sui prati in alto per riposare, fare picnic, girovagare, sostare a lungo, perché sarebbe un peccato dover abbandonare subito un paradiso simile, senza averlo gustato come merita!

Itinerario di Cesare Biadene per www.MarcaAperta.it

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