Antico cimitero ebraico di Conegliano

L’antico cimitero ebraico di Conegliano sorse sulla collina detta “Cabalan” nel 1545 e fu utilizzato sino al 1886.
A seguito dell’abbandono del luogo e conseguente deterioramento delle lapidi, in tempi più recenti il cimitero è stato recuperato ad opera del Centro Coneglianese di Storia e Archeologia su commissione della Comunità Ebraica di Venezia. Fu così che avvenne il rinvenimento di circa 130 lapidi, molte delle quali rivolte ad est, in direzione di Gerusalemme. Numerose sono le epigrafi in ebraico antico che riportano passi della Bibbia. Le famiglie usavano distinguersi in base a stemmi scolpiti nelle lapidi: lo scoiattolo si riferisce alla famiglia Conegliano, che ebbe fra i sui discendenti illustri Emanuele Conegliano, meglio noto come Lorenzo da Ponte, scrittore e librettista di Mozart.

La visita guidata

Raggiunta la cima della collina si scorgono sul lato sinistro le più antiche sepolture. Fra le lapidi che meritano più attenzione vi è quella di Marina Conian, la quale riporta come epigrafe una poesia – e cosa insolita – in lingua italiana parlata al tempo.

Cosa rimane del ghetto di Conegliano

Nessun resto della struttura del ghetto ci è pervenuta ad oggi, se non una targa commemorativa inaugurata nel 1997 alla presenza del Rabbino Elio Toaff. Tuttavia a Gerusalemme è possibile visitare la sinagoga di Conegliano, ricostruita fedelmente nel 1954 con i suoi ornamenti, e ancora in funzione come sinagoga di rito italiano.

Visite guidate a cura del Centro Coneglianese di Storia e Archeologia.

Per richieste di visite o appuntamenti contattare lo Iat di Conegliano di Palazzo Sarcinelli

La presenza ebraica a Conegliano

La presenza della comunità israelitica in città risale alla fine del XIV secolo, quando si rese necessario istituire, anche a Conegliano, un banco di prestito a gestione ebraica (1380), al tasso di interesse regolarmente stabilito dalle autorità.
Inizialmente essi vissero al di fuori della cerchia muraria, poi, dal 1629, conformemente alle disposizioni legislative di Venezia, gli ebrei furono costretti a riunirsi e vivere nella contrada del Siletto (ora via Beato Ongaro) nella parte interna di Porta Monticano. Pochi anni più tardi, nel 1675 una nuova disposizione obbliga loro definitivamente a prendere residenza nella contrada Ruio (ora via Caronelli), una via al di fuori della cinta muraria. Nel ghetto ebbe sede una sinagoga, terminata nel 1701, una Scuola Talmudica, dove i futuri rabbini venivano educati, e le case di circa 14 famiglie con i loro negozi: strazer (straccivendolo), dolzer (pasticciere) e becher (macellaio), sono alcune fra le attività permesse . A partire dal 1600 agli ebrei fu permesso di dedicarsi ad attività più redditizie come ad esempio la tessitura della seta e la produzione di tessuti, e infine partecipare all’amministrazione della città. Nel 1800 furono liberi di lasciare il vecchio ghetto e nel 1870 Marco Grassini fu eletto primo sindaco di Conegliano dopo l’unità d’Italia. Nel frattempo la comunità ebraica aveva cominciato a spostarsi altrove verso Venezia e Padova.
Per gli abitanti di Conegliano gli ebrei costituirono una preziosa collaborazione, nonché elemento di ricchezza culturale, per oltre 600 anni.

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